Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator

Cronistoria


Cerca nel sito…



In libreria


I luoghi delle Triplici Cinte in Italia


Accademia Platonica


Accademia Platonica


Privacy e Cookie Policy


Cambia le impostazioni sulla Privacy


L'Ottagono


Il simbolismo legato all'Ottoade



L'Ottagono


L'Ottonario


Tra tutte le figure geometriche con specifiche caratteristiche simboliche, l'Ottagono spicca per l'alta coerenza delle sue sfumature simboliche nonostante l'ampia varietà di figure associate e di varianti esistenti. Come entità numerica, principio primo del mazzo di significati simbolici, l'ottagono è legato all'Ottonario, chiamato anche Ottoade, l'entità simbolica legata al numero otto (8). L'Ottonario rappresenta l'equilibrio costruttivo delle forme, dei temperamenti e delle energie cosmiche, essendo l'unione di un Doppio Quaternario, di natura l'uno passivo e l'altro attivo.



Il Doppio Quaternario

Il simbolo del Doppio Quaternario



La figura che meglio rappresenta questa unione è costituita dalla sovrapposizione di due quadrati regolari, di cui uno ruotato di 45° gradi rispetto all'altro. In questa unione, l'elemento attivo, dinamico e maschile, è quello romboidale (che delinea un immaginario asse verticale), mentre quello passivo, statico e femminile è il quadrato appoggiato su un lato (l'immaginario asse orizzontale). La giusta sovrapposizione fa sì che gli otto vertici della figura giacciono allineati su un ottagono regolare. Un disegno di questo tipo è abbastanza frequente nelle decorazioni pavimentali o nelle facciate degli edifici religiosi. La figura che segue, ad esempio, mostra un Doppio Quaternario disegnato sul pavimento dell'Abbazia di San Miniato al Monte, a Firenze.



Il Doppio Quaternario

Doppio Quaternario sul pavimento dell'Abbazia di San Miniato al Monte (FI)



Geometricamente, l'Ottagono si pone come figura intermediaria tra il Quadrato, che rappresenta la Terra, ovvero la dimensione umana (il Microcosmo), ed il Cerchio, la figura perfetta che rappresenta il Cielo, la dimensione divina (il Macrocosmo). Per questa sua caratteristica di trait-d'union tra l'Uomo e Dio, l'ottagono è la forma solitamente associata al Battistero, il luogo ove i Cristiani celebrano il battesimo, ovvero quel sacramento di purificazione che avvicina per la prima volta l'uomo a Dio, cancellandone, dopo la nascita, l'ombra residua del Peccato Originale. Scrive in proposito Sant'Ambrogio (IV sec. d.C.):



«[...] era giusto che l'aula del Sacro Battistero avesse otto lati, perché ai popoli venne concessa la vera salvezza quando, all'alba dell'ottavo giorno, Cristo risorse dalla morte.»



In Italia abbiamo splendidi esempi di battisteri ottagonali, come quelli a fianco dei duomi di Pisa e Siena o a lato della Basilica di Collemaggio all'Aquila.



Il Battistero di Volterra

Esempio di battistero di forma ottagonale, Volterra (PI)



In questa simbologia, però, possiamo anche vedere un retaggio di qualcosa di più profondo ed antico, il legame con la figura femminile vista, soprattutto nelle tradizioni di tipo gnostico (si ricordi il concetto di Sophia) come essere intermedio tra l'uomo e Dio. I principali simboli del principio universale femminile (il Femminino Sacro), sono la coppa, o vaso, e l'acqua ed è per questo che il rito battesimale si svolge immergendo il bambino in una fonte ricolma di acqua. In altre tradizioni si usa gettare l'acqua sul capo del battezzato con un piccolo recipiente, di solito a forma di conchiglia (il pettine di San Giacomo utilizzato da Giovanni Battista durante il battesimo di Gesù al Giordano): la forma cambia ma la sostanza è la stessa. I legami tra l'Ottonario e il Femminino Sacro diventano particolarmente palesi in uno dei tanti simboli associati a tale entità: la Stella Polare.



Castel del Monte

La forma inconfondibile di Castel del Monte, ad Andria (BA)



L'Ottagono è riscontrabile anche nell'architettura civile; l'esempio più esemplare è quello di Castel del Monte, presso Andria (BA), ritenuto residenza venatoria dell'imperatore Federico II di Svevia, che tuttavia nelle proprie misure, forme e proporzioni è pesantemente basato sui numeri 5 ed 8, ed è molto probabilmente un monumento iniziatico.



La Stella a otto punte e il Femminino Sacro


Sin dai tempi più antichi una stella ad otto punte, distribuite lungo i vertici di un ottagono regolare, è stata associata ad una divinità di tipo femminile, come Ishtar, la Grande Madre dei Babilonesi, o Astarthe, che aveva lo stesso ruolo presso i Fenici. Nel processo sincretistico di evoluzione della religione cristiana a partire dai culti pagani precedenti, la Stella Polare, un caso particolare di stella ad otto punte, è divenuto l'emblema della Vergine Maria.



La Stella di ishtar

La Stella Polare

La Stella di Ishtar

La Stella Polare



Il motivo di tale attribuzione non è casuale, e deriva dall'osservazione del comportamento del pianeta Venere, l'astro femminile per antonomasia, all'interno della sfera celeste. Già gli antichi Sumeri, infatti, avevano osservato che il pianeta si trova in congiunzione inferiore con la Terra (cioè, si verifica l'allineamento Sole-Venere-Terra con Venere alla distanza minima dalla Terra) ogni 1,6 anni circa. Questo intervallo si chiama periodo sinodico di Venere. Durante ciascuna congiunzione inferiore, però, la posizione di Venere rispetto al cerchio zodiacale non è la stessa: affinché Venere e Terra tornino esattamente alle stesse posizioni occorrono 5 congiunzioni inferiori, ovvero un periodo di otto anni.



Le congiunzioni di Venere

Le cinque congiunzioni inferiori di Venere in un periodo sinodico



Durante questo periodo di otto anni, segnando la posizione di Venere sul cerchio zodiacale, si ottengono i vertici di un pentagramma regolare stellato. Per tale motivo, il Pentagramma ovvero la stella a cinque punte è un simbolo del Femminino Sacro. D'altra parte, il periodo di otto anni che già gli antichi astronomi chiamavano octaeteride (dal greco οχτα, otto, ed ετος, anno) coincide quasi perfettamente con il ciclo delle fasi lunari (durante un'octaeteride, infatti, si verificano esattamente 99 lunazioni, e questo valore veniva utilizzato negli antichi calendari lunisolari prima dell'introduzione del ciclo di Metone, che è più accurato). Dunque questa similitudine con il nostro satellite, simbolo per eccellenza della natura femminile, ha influenzato anche la natura del pianeta Venere.



Numerologia e storia delle religioni



La Ruota del Dharma

La Dharmacakra, o 'Ruota del Dharma'



Il numero 8 viene generalmente considerato simbolico dell'equilibrio cosmico: nella religione buddista, ad esempio, il tempio ha una forma ottagonale che rappresenta il centro della ruota dell'universo, la Dharmacakra ("Ruota del Dharma" o "Ruota delle Cose") ed anche l'Ottuplice Via, o Nobile Ottuplice Sentiero, dell'insegnamento buddista, in relazione agli otto petali del fiore di loto.



Il simbolo dell'Infinito

Il simbolo dell'Infinito

Il simbolo a S. Vittore delle Chiuse (AN)



Questa idea di un ciclo di cose che si ripete indefinitamente è alla base della nascita del simbolo dell'infinito (∞), che di fatto è un otto rovesciato. Per la cronaca, il simbolo matematico dell'infinito venne introdotto per la prima volta come tale dal matematico inglese John Wallis nel 1655. Diverse ipotesi sono state fatte sul motivo della scelta di tale forma grafica, che vanno dall'analogia alla figura geometrica detta lemniscata, alla quale sono assimilabili gli analemmi, ovvero i percorsi che gli astri descrivono nel cielo nel loro movimento attorno alla Terra, all'identificazione col numero romano M (1000), che indicava più genericamente un "numero grandissimo". Anticamente, il numero mille veniva indicato prendendo due lettere "C", di valore 100, e contrapponendole ai due lati di una "I", che rappresenta l'unità, di modo che l'una fosse il riflesso specchiato dell'altra: , che per analogia grafica si è poi trasformata in una "M". Questo simbolo compare però già in epoca medievale, tra le decorazioni delle chiese: lo abbiamo trovato, ad es., all'interno dell'Abbazia di Farfa, a Fara in Sabina (RI), o in quella di San Vittore alle Chiuse, presso Genga (AN).



Le congiunzioni di Venere

La Carta n. VIII (La Giustizia) nei Tarocchi di Marsiglia



Nel simbolismo dei Tarocchi, la carta numero 8 è quella della Giustizia. Secondo i dettami già delineati dai Pitagorici, infatti, il numero otto rappresenta un'idea di equità, essendo divisibile in due numeri pari ed uguali (4 + 4), a loro volta ulteriormente divisibili in entità equivalenti (2 + 2 + 2 + 2).



La Clavicola di Phu-Hi

La Ruota dei Pa-Kwa (Clavicola di Phu-Hi)



Nel Taoismo cinese, dove tutto l'universo diventa l'espressione delle combinazioni e dell'interazione di due forze fondamentali, Yin e Yang (di natura, rispettivamente, femminile e maschile), sono definite otto forze della Natura (Energia, Tempo, Spazio, Materia, Luce, Acqua, Vento e Terra) graficamente rappresentate come 8 trigrammi formati da combinazioni di linee spezzate (yin) e linee intere (yang). Gli otto trigrammi sono arrangiati in una figura simbolica chiamata bagua, o pa-kwa, di forma ottagonale, che presenta al centro il simbolo fondamentale della filosofia taoista, il Taijitu o T'ai Chi T'u (più noto in occidente come Simbolo del Tao). La combinazione ulteriore di questi 8 trigrammi dà poi origine ai 64 esagrammi dell'I-Ching, il celebro oracolo cinese scritto all'incirca mille anni prima della nascita di Cristo.


Nel Cristianesimo, oltre al già citato simbolismo racchiuso nella forma del battistero, va detto che il numero otto rappresenta l'eternità, la conclusione di un ciclo: Dio ha creato il Cielo e la Terra in sei giorni, il settimo l'ha utilizzato per il riposo e dunque l'ottavo giorno rappresenta il compimento dell'opera. Il numero ritorna più volte sia nella Bibbia, sia nel Nuovo Testamento. In particolare, nell'episodio della Trasfigurazione l'evangelista Luca racconta che esso avvenne esattamente dopo otto giorni dall'evento precedentemente narrato, a rimarcare l'inizio di una nuova era. L'otto è anche simbolo di Resurrezione, perché sta scritto che Gesù risorse "il giorno dopo il sabato". Poiché il sabato, nella religione ebraica, rappresentava il settimo giorno della creazione, quello in cui il Signore ha deciso di riposarsi, nascere nel giorno seguente, ovvero l'ottavo giorno, implica l'inizio di una nuova era. Per questo il giorno dopo il sabato prese presso i cristiani il nome di "giorno del Signore", Dies Domini o Dominica Dies, da cui è derivato l'attuale nome Domenica. L'otto rappresenta anche la rinascita: nel Vecchio Testamento si comanda al popolo ebraico di circoncidere i propri figli maschi nell'ottavo giorno dopo la nascita (Gen 17,12; Lev 12,3). Questa tradizione viene rispettata per Isacco, per Giovanni Battista ed anche per Gesù stesso, tanto è vero che il Calendario cristiano prevede come primo giorno del nuovo anno il 1° Gennaio, che si colloca esattamente otto giorni dopo il Natale (25 Dicembre) e che rappresenta il giorno della circoncisione di Gesù.



La Croce delle Beatitudini


Nel simbolismo religioso, una menzione a parte merita la famosa croce ottagona, quella avente le estremità "a coda di rondine", nota anche come Croce Amalfitana, Croce di Malta o Croce delle Beatitudini. La prima denominazione deriva semplicemente da considerazioni di carattere geometrico: la croce può essere disegnata unendo opportunamente a due a due i vertici opposti di un ottagono regolare.



La Croce delle Beatitudini

La costruzione della Croce delle Beatitudini a partire dall'Ottagono



La denominazione di Croce Amalfitana deriva dal fato che la Repubblica Marinara di Amalfi l'adottò come simbolo almeno sin dall'XI secolo (di colore bianco su fondo blu), come dimostra la presenza dell'emblema su alcune monete amalfitane (tari) coniate nell'anno 1080.



Stemma della Repubblica di Amalfi

Stemma dei Cavalieri di Malta

Stemma della Repubblica di Amalfi

Stemma dei Cavalieri di Malta



La stessa croce, bianca su fondo rosso, venne adottata come blasone dai Cavalieri dell'Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, detti anche Cavalieri Ospitalieri, Giovanniti o Gerosolimitani, nato inizialmente come ente assistenziario ed ospitaliero all'inizio del XI secolo a Gerusalemme e divenuto, dopo la Prima Crociata, ordine monastico cavalleresco vero e proprio, ufficializzato da papa Pasquale II nel 1113 con bolla apposita ("Pie Postulatio Voluntatis"). La croce ad otto punte divenne subito nota come Croce di San Giovanni e poi, a partire dall'anno 1530, quando l'ordine stabilì la propria sovranità sull'isola di Malta, autonominandosi Ordine dei Cavalieri di Malta, cominciò ad essere chiamata Croce di Malta, nome con cui la si designa ancora oggi.



Croce di Cavalieri di Santi Stefano

Croce dei Cavalieri di San Lazzaro

Croce di Cavalieri di Santi Stefano

Croce dei Cavalieri di San Lazzaro



La scelta di tale forma deriva dal fatto che il numero delle punte della croce rappresenta sia le otto Lingue, ovvero le regioni di provenienza dei Cavalieri (Italia, Catalogna, Castiglia e Leon, Francia, Alvernia, Provenza, Germania ed Anglo-Bavaria), sia al numero delle qualità che devono caratterizzare il vero cavaliere medievale: spiritualità, semplicità, umiltà, compassione, giustizia, misericordia, sincerità, sopportazione. Queste qualità sono note anche come beatitudini, perché si possono delineare dal discorso fatto da Gesù ai suoi discepoli sulla montagna situata al nord del mar di Galilea, vicino a Cafarnao (Matteo 5,1-7,28). La croce di Malta, dunque, è nota anche con il nome ulteriore di Croce delle Beatitudini. Per un certo periodo di tempo essa venne utilizzata anche dai Cavalieri Templari, anche se in maniera non univoca, e più spesso sostituita dalla più familiare Croce Patente. La stessa croce è stata adottata in forma più o meno variata anche da altri ordini cavallereschi, come l'Ordine di Santo Stefano e l'Ordine di Cavalieri di San Lazzaro.



La Rosa e la Torre dei Venti


Un altro simbolo legato all'Ottonario ed in qualche modo legato all'isola di Malta è la Rosa dei Venti. Si tratta di una figura stellata utilizzata per distinguere ed evidenziare i punti cardinali principali e quelli derivati sulle carte geografiche. Le punte principali della stella, disposte secondo una croce greca, rappresentano i quattro punti cardinali ed i venti ad essi associati: l'ostro, o mezzogiorno, che spira da sud, il levante da est, la tramontana da nord e il ponente da ovest. Tra questi sono solitamente poste altre quattro punte secondarie: il grecale da NE, lo scirocco da SE, il libeccio da SO e il maestrale da NO.


I nomi di questi venti derivano dalla consuetudine, nell'antichità, di posizionare la Rosa dei Venti al centro del Mediterraneo, vicino all'isola di Malta oppure a quella di Cipro. I nomi dei venti, dunque, derivano da quelli delle terre da cui sembrano provenire considerando il centro della Rosa sulle suddette isole: il grecale dalla Grecia, lo scirocco dalla Siria, il libeccio dalla Libia e il maestrale perché proveniva da Roma, la città Magistra.



La Rosa dei Venti

La Rosa dei Venti



Legata al vento ed alla sua direzione era la Torre dei Venti: un'opera architettonica di gran pregio che fu costruita al centro dell'agorà di Atene, realizzata molto probabilmente dal costruttore Andronico di Cirro nell'anno 50 a.C.. La struttura, in marmo pentelico di circa 12 m di altezza, è una torre ottagonale, chiamata anche horologion, sormontata da una banderuola segnavento. Ciascuna delle otto facciate era decorata con fregi in bassorilievo rappresentanti le otto divinità dei venti: Borea (N), Kaikias (NE), Euro (E), Apeliote (SE), Austro (S), Lips (SO), Zefiro (O) e Skiron (NO).



La Torre dei Venti

La Torre dei Venti a Shugborough Hall, Stafford (Regno Unito)



In seguito molti architetti si sono ispirati alla torre ateniese per realizzare opere architettoniche di gran pregio. In Italia abbiamo celebri esempi nella Torre del Marzocco che si trova nel porto di Livorno, opera di Lorenzo Ghiberti, e la tribuna del palazzo degli Uffizi, a Firenze, opera di Bernardo Buontalenti. In Inghilterra si ricordano la torre del Radcliffe Observatory di Oxford (XVIII sec.), opera di James Wyatt, e la "Torre dei Venti" collocata nel parco di Shugborough Hall, uno dei sei monumenti neoclassici realizzati da James Stewart "l'Ateniese" per l'amico e finanziatore George Anson.



Il simbolismo degli scacchi


Il gioco degli scacchi, nato in India intorno al VI sec. e giunto in Europa attraversi gli Arabi intorno all'anno 1000, è una vera miniera di spunti per lo studio simbolico. Che ha la sua base, ovviamente, nell'Ottonario. La scacchiera, tanto per cominciare, è formata da 8 righe per 8 caselle, colorate alternativamente in bianco e nero. Questi sono i due principi fondamentali del Taoismo e si ritrovano combinati in tante forme classiche: dal Beauceant templare alla bicromia delle fasce decorative di certe cattedrali italiane (con particolare riferimento all'architettura tipica del gotico fiorentino: i duomi di Firenze, Pistoia, Siena ecc.) per finire con i pavimenti a scacchi presenti in ogni sala rituale nelle logge massoniche. Ogni giocatore schiera dal proprio lato 16 pezzi, di cui 8 divisi tra pezzi unici (il Re e la Regina) e coppie (Torri, Alfieri e Cavalli), ed 8 pedoni. Ciascun pedone, qualora riuscisse ad attraversare indenne l'intera scacchiera ed a raggiungere la prima fila del campo avversario, può essere "promosso" e diventare uno qualunque degli altri pezzi: tutto ciò è simbolismo del cammino spirituale di ogni uomo mirato a farlo evolvere in un essere superiore.



La scacchiera

La Scacchiera: disposizione iniziale dei pezzi



Ogni pezzo della scacchiera è studiato per rappresentare un concetto astratto, e persino le mosse ad essi associati hanno un significato simbolico. Le Torri, ad esempio, rappresentano il potere temporale: la forma del loro movimento è il Quadrato, che rappresenta il principio Quaternario, delle cose terrene. Gli Alfieri (che nella nomenclatura anglosassone, più vicina a quella delle origini, sono chiamati Bishops, cioè Vescovi) rappresentano il potere spirituale: il loro movimento, infatti, è diagonale e rammenta il Triangolo, ovvero il principio Ternario, che rappresenta la Divinità.



Le mosse della Regina

La Scacchiera: le mosse della Regina e la Stella Polare



Una menzione a parte, invece, che ha attinenza con questo studio, va all'analisi dei movimenti della Regina e del Cavallo, che sono entrambi ispirati a due diversi aspetti del principio Ottonario. La Regina, il pezzo più importante e più potente degli scacchi, rappresenta la Sophia gnostica, la Grande Madre e il Femminino Sacro. Posta al centro di una scacchiera, essa può muoversi in ciascuna delle otto direzioni, formando idealmente il disegno di una Stella Polare, che come abbiamo visto ha attinenza con il simbolismo della Dea.



Le mosse del Cavallo

La Scacchiera: le mosse del Cavallo e la Croce Ottagona



Il Cavallo, invece, ha un movimento peculiare, che non ha riscontro in altri giochi: in pratica è una specie di movimento ad "L": tre caselle in una direzione rettilinea e poi ancora una nella direzione perpendicolare. Questo movimento rappresenta il cosiddetto "pensiero laterale", tipico dell'iniziato. Non per niente, infatti, è stato scelto il cavallo come rappresentante di questo pezzo: rivolgendo ancora l'attenzione alla nomenclatura inglese, dove il pezzo si chiama Knight, scopriamo che in realtà esso rappresenta il Cavaliere, il principio ideale della cavalleria che poi ebbe sviluppo negli ordini monastico-cavallereschi. Ponendo un cavallo al centro della scacchiera e segnando tutte le posizioni che esso può raggiungere in una mossa, si realizzano i vertici di un Ottagono, o anche le punte di una Croce delle Beatitudini…





Simboli derivati dall'Ottonario



La Croce delle Beatitudini

La Stella Polare

La Clavicola di Phu-Hi

La Croce delle Beatitudini

La Stella Polare

La Clavicola di Phu-Hi



La Ruota ad Otto Raggi

La Ruota della Fortuna

La Rosa dei Venti

La Ruota ad 8 Raggi

La Ruota della Fortuna

La Rosa dei Venti



Indice dei Simboli