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Il Sigillo di San Benedetto

 

 

La Croce di San Benedetto

 

 

San Benedetto da Norcia

 

 

San Benedetto da Norcia (470 ca. - 547)Benedetto nacque a Norcia (PG) intorno al 470. Compì i suoi studi letterari a Roma, dove rischiò di farsi coinvolgere dalla corrotta gioventù romana e per questo motivo si trasferì con la sua nutrice a Enfide (l'odierna Affile). Qui compì il suo primo miracolo aggiustando un vaglio in legno. Intorno al 500 si ritirò in una grotta nei pressi di Subiaco, dove inizio la vita eremitica. Un monaco di nome Romano gli portava il necessario per vivere. Fu presto seguito da numerosi discepoli per i quali fondò nella Valle dell'Aniene numerosi monasteri. Un prete di nome Fiorenzo, invidioso di Benedetto, ne attentò la vita. Scampatone, Benedetto si trasferì a Montecassino dove fondò la celebre abbazia. Poco più di un mese prima della morte Benedetto incontrò la sorella Scolastica con la quale ebbe un famoso colloquio. Si spense il 21 marzo 547. Il corpo è custodito insieme a quello della sorella a Montecassino. Il 24 Ottobre 1964 papa Papa Paolo VI lo proclamò "Patrono d'Europa". La sua Regola riassume la tradizione monastica orientale adattandola con saggezza e discrezione al mondo latino, aprendo così una via nuova alla civiltà europea dopo il declino di quella romana. In questa scuola di servizio del Signore hanno un ruolo determinante la lettura meditata della Parola di Dio e la lode liturgica, alternata con i ritmi del lavoro in un clima di carità fraterna e di servizio reciproco. Nel solco di San Benedetto sorsero nel continente europeo e nelle isole, centri di preghiera, di cultura, di promozione umana e di ospitalità per i poveri e i pellegrini. La sua memoria, a causa della Quaresima, è stata trasferita dalla data tradizionale del 21 marzo, ritenuto il giorno della sua morte, all'11 luglio, giorno in cui fin dall'alto Medioevo in alcuni luoghi si faceva un particolare ricordo del santo.

 

 

La Medaglia di San Benedetto

 

 

Fronte della Medaglia di San Benedetto     Rovescio della Medaglia di San Benedetto

 

 

Una delle devozioni più diffuse al santo di Norcia, e non solo per la notevole influenza dei monasteri benedettini, è la Croce di San Benedetto, specialmente nella forma più frequente di medaglia. Le sue origini sono antichissime, ma nono possono essere attribuite con certezza al Santo stesso. La devozione della Medaglia divenne popolare intorno al 1050, dopo la guarigione miracolosa del giovane Brunone, figlio del conte Ugo di Eginsheim in Alsazia. Brunone, secondo alcuni, fu guarito da una grave infermità, dopo che gli fu offerta la medaglia di San Benedetto. Dopo la guarigione, divenne monaco benedettino e poi papa: é san Leone IX, morto nel 1054. Tra i propagatori bisogna annoverare anche san Vincenzo de' Paoli. Sul dritto essa riporta generalmente un'immagine del Santo che regge nella mano destra una croce elevata verso il cielo e nella sinistra il libro aperto della santa Regola. Sull'altare é posto un calice dal quale esce una serpe per ricordare un episodio accaduto a San Benedetto: il Santo, con un segno di croce, avrebbe frantumato la coppa contenente il vino avvelenato datogli da monaci attentatori. Attorno alla medaglia, sono coniate queste parole: "EIUS IN OBITU NOSTRO PRESENTIA MUNIAMUR" (Possiamo essere protetti dalla sua presenza nell'ora della nostra morte).

 

 

La Croce di San Benedetto

 

 

Croce di San Benedetto a Subiaco

 


Sul rovescio della medaglia figura, invece, la Croce di San Benedetto. Attorno ad essa compaiono le iniziali di alcuni testi molto antichi, presenti in un manoscritto del XIV sec. a testimonianza della fede nella potenza di Dio e di San Benedetto. Gli acronimi, la loro interpretazione ed significato in italiano sono:

 

C. S. P. B.

Crux Sancti Patris Benedicti

Croce del Santo Padre Benedetto

 

C. S. S. M. L.

Crux Sacra Sit Mihi Lux

La Santa Croce sia la mia luce

 

N. D. S. M. D.

Non Draco Sit Mihi Dux

Non sia il demonio mio condottiero

 

V. R. S.

Vade Retro Satana

Fatti indietro, Satana

 

N. S. M. V.

Numquam Suade Mibi Vana

Non mi attirare alle vanità

 

S. M. Q. L.

Sunt Mala Quae Libas

Sono mali le tue bevande

 

I. V. B.

Ipse Venena Bibas

Bevi tu stesso il tuo veleno

 

La tradizione attribuisce a questo simbolo un elevato potere di esorcismo e di guarigione. Occorre portare la medaglia con devozione e recitare la seguente preghiera, ricavata dalle precedenti iscrizioni:

 

Croce del Santo Padre Benedetto. Croce santa sii la mia luce e non sia mai il demonio mio capo. Va' indietro, Satana; non mi persuaderai mai di cose vane; sono cattive le bevande che mi offri, bevi tu stesso il tuo veleno. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

 

Un'ultima curiosità riguarda le proporzioni dello schema della croce. Molti monasteri benedettini riportano nella loro struttura le medesime proporzioni, ad esempio nella progettazione del chiostro. L'utilizzo di queste proporzioni serviva, naturalmente, ad esorcizzare il luogo contro gli influssi malefici del Demonio. A volte, invece, bastava la sola presenza, come si può notare, ad esempio, all'interno del chiostro del monastero di Santa Scolastica, a Subiaco (RM).

 


 

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