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La Via Francigena


Submansio IX: Aqua pendente


(9) Acquapendente





Acquapendente

Uno scorcio del centro storico di Acquapendente



Abbandonata la città di Bolsena, la Via Francigena prosegue verso nord giungendo al confine tra il Lazio e la Toscana, dove si trova la nona tappa del cammino di Sigerico. La località si chiama, allora come oggi, Acquapendente (Aqua pendente, nel testo originale); l'origine del toponimo, sebbene ancora non accertata, sembra derivi dall'abbondanza di acque del suo territorio che, a causa del terreno in lieve pendenza, si riversavano nel fiume Paglia formando numerose cascatelle.


Il borgo si sviluppò tra il IX ed il X sec. intorno alla pieve di Santa Vittoria, che mantenne il titolo di chiesa priorale fino al 1649, quando la Chiesa del Santo Sepolcro venne elevata al rango di Cattedrale diventando, di conseguenza, la sede della diocesi. Nel XII secolo la grancontessa Matilde di Canossa, zia di Goffredo di Buglione, donò al Papato una parte dei suoi vasti possedimenti, che comprendeva anche il territorio di Acquapendente. Il borgo venne così incorporato nella diocesi di Orvieto.


Nel 1166 un avvenimento straordinario cambiò per sempre le sorti del paese: la tradizione popolare ce lo tramanda come "miracolo della Madonna del Fiore". In breve, durante quel periodo la città era oppressa dal governo di un luogotenente di Federico Barbarossa. Additando un vecchio ciliegio secco ed improduttivo da molti anni, la gente del luogo ripeteva: "È più facile che quel vecchio ciliegio torni a fiorire, piuttosto che ci si possa liberare dagli invasori". Invece, miracolosamente, il ciliegio fiorì, e questo evento diede agli abitanti la forza di ribellarsi e di rovesciare il governo. Riconquistata l'indipendenza, gli aquesani istituirono una festa devota di ringraziamento alla Madonna, che si tiene ogni anno durante la terza domenica di Maggio. Chiamata "festa di Mezzomaggio" o "della Madonna del Fiore", è caratterizzata dalla sfilata dei Pugnaloni, enormi pannelli decorati a mosaico con fiori, foglie e ramoscelli, che rappresentano temi sacri. Spinto da nuovo impeto, il paese si rinnovò e tra i cambiamenti è da annoverare anche un nuovo assetto viario, che cancellò l'antico e tortuoso percorso originario della Via Francigena con uno più diretto che metteva in comunicazione le due principali porte di accesso alla città: Porta Romana, a sud (così chiamata perché, appunto, guardava verso Roma) e Porta di Ripa, a nord, lungo la direzione per Siena.



La Concattedrale del Santo Sepolcro



Concattedrale del Santo Sepolcro



La chiesa del Santo Sepolcro venne edificata nel X sec. sul luogo di un antico tempio pagano, per volere di Matilde di Westfalia, la madre dell'imperatore Ottone I. Deve la sua dedicazione alla presenza di una reliquia ivi conservata: una pietra macchiata di sangue proveniente dal Santo Sepolcro di Gerusalemme. La pietra viene conservata all'interno della cripta romanica (XII sec.), esposta nella più antica replica dell'edicola del Santo Sepolcro ancora esistente in Europa. Secondo la tradizione, la pietra venne portata ad Acquapendente dai cavalieri aquesani di ritorno dalla Terrasanta dopo la Prima Crociata (1099). Divenuta meta (e non solo tappa) di pellegrinaggio da parte di pellegrini e Crociati, il borgo si guadagnò ben presto il soprannome di "Gerusalemme d'Italia". Al suo interno sono presenti due bassorilievi attribuiti ad Agostino di Duccio: L'Angelo e la Vittoria di San Michele sul drago e Tobiolo.



SIMBOLISMO


Spulciando tra le notizie e le curiosità attinenti Acquapendente, possiamo trovare diversi elementi simbolici. Ad esempio, possiamo citare quelli legati al culto dei Santi. Due figure sono particolarmente venerate in questa città: il patrono, Sant'Ermete martire, e San Rocco, il santo pellegrino. Oltre ai ben noti attributi religiosi, i due santi presentano anche degli aspetti simbolici, che riassumiamo di seguito per gli interessati.



SANT'ERMETE martire

SAN ROCCO di Montpellier



Sant'Ermete, secondo il martirologio romano, era un liberto romano che si convertì al Cristianesimo e venne per questo ucciso nell'anno 120. La sua festa ricorre il 28 Agosto. Vista la scarsità di documenti e l'infondatezza degli Atti ad egli attribuiti, gli studiosi laici della Storia della Chiesa sono più propensi a ritenere che si tratti di una figura simbolica, versione cristianizzata di un dio del culto pagano precedente, precisamente Hermes, il dio Mercurio dei Romani. Non è un caso che le feste in onore di questo dio, i Mercuralia, venivano celebrati solitamente intorno al 15 Maggio, proprio come la festa dei Pugnaloni aquesani. Hermes era un dio psicopompo, cioè in grado di accompagnare lo spirito dei morti nell'aldilà, indicandogli la giusta via per il passaggio. Simbolicamente, è anche colui che favorisce l'iniziazione di un candidato; nei misteri di Mitra, ad esempio, Hermes era il dio che sottintendeva al primo grado, quello di accesso ai misteri, simboleggiato da un animale di colore nero, il corvo. Il santo per eccellenza con caratteristiche di psicopompo è San Michele Arcangelo, che è spesso associato simbolicamente al dio Hermes.


• Anche a San Rocco sono collegati molti significati simbolici, per molti versi affini a quelli già elencati per Ermete/Mercurio. Iconograficamente viene rappresentato in modo molto simile a San Giacomo di Compostela, con il bordone del pellegrino, la bisaccia e la conchiglia appuntata sulla veste o sul cappello. Accanto alla sua figura, la tradizione associa spesso un cagnolino, generalmente di colore nero, che reca un pane in bocca oppure che lecca la ferita al ginocchio per sanarla. A differenza dell'apostolo, però, San Rocco si distingue per la ferita alla gamba, una piaga causata da un'epidemia di peste, che il santo mostra o addita scoprendo una gamba o sollevando la veste fin sopra il ginocchio. Ma attenzione: il Santo mostra la gamba destra o la sinistra? Se per la Chiesa, infatti, non v'è differenza, diversamente accade per il simbolismo esoterico. Ad esempio, nella cerimonia di iniziazione massonica al postulante viene fatta indossare una tunica e viene fatta scoprire la gamba destra fino al ginocchio; questo gesto indica simbolicamente un'imperfezione della mente causata dai pregiudizi, dalle debolezze e dalle superstizioni. Non è tutto: un'iniziazione costituisce simbolicamente un rituale di morte e rinascita, ed in questo passaggio è fondamentale la figura di una guida spirituale. A questo scopo, viene a fagiolo la figura del cane, poiché tra i suoi aspetti simbolici c'è anche quello di essere un animale psicopompo.





L'itinerario di Sigerico



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