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Il Nodo di Salomone


La rara variante a 5 anelli



Il Nodo di Salomone a 5 anelli



Nel mio incessante peregrinare alla ricerca di simboli, mi sono imbattuto in decine e decine di esemplari di Nodo di Salomone, appartenenti a svariate epoche ed aventi diverse conformazioni: destrogiri o levogiri, arrotondati o peltati, graffiti o scolpiti, affrescati o dipinti. Quelli graffiti, in particolare, sono diffusi soprattutto in epoca medievale, soprattutto nei luoghi di passaggio di pellegrini, e destano maggior interesse perché solitamente richiedono una certa perizia nel disegnarli su un intonaco a mano libera. Non è infrequente, infatti, imbattersi in esemplari non terminati, o evidentemente "sbagliati", la cui esecuzione è stata abortita in corso d'opera per aver erroneamente tracciato una "curva" sbagliata.


In questi esemplari si riscontra, generalmente, un numero di anelli che va da due a quattro. Molto più rare, almeno per chi scrive, sono le forme che presentano un numero di anelli superiore o uguale a cinque. Proprio la loro scarsità, dunque, apre un possibile interrogativo: perché i nodi a cinque anelli sono così rari? La prima e più ovvia risposta che viene in mente è facile: perché sono ancora più difficili da disegnare. Dobbiamo tuttavia ricorrere necessariamente al cosiddetto "rasoio di Occam" in ogni occasione? La logica suggerisce che chi disegnava questi simboli non era un viandante qualunque, ma un personaggio dotto, che conosceva il senso ed il significato di quello che stava disegnando. Forse più di quanto ci aspettiamo.



Nodo tra i graffiti di St. Nicholas Church, Great Wilbraham

Nodo tra i graffiti della Chiesa di St. Nicholas, a Great Wilbraham (Cambridgeshire), Regno Unito



Uno dei casi più emblematici che mi è capitato di osservare è quello dei graffiti che si trovano sui quattro pilastri centrali della Chiesa di St. Nicholas, a Great Wilbraham (nel Sud Cambridgeshire, Regno Unito), appartenuta ai Cavalieri Templari. Questa chiesa è un vero compendio di simboli: oltre ai Nodi di Salomone, infatti, troviamo tra le altre cose Triplice Cinte e Centri Sacri (in verticale), Fiori della Vita e Zampe d'Oca. Da sottolineare, inoltre, che questa chiesa si trova in un'importante zona dal notevole potenziale tellurico: essa non è troppo distante, infatti, dalla Linea inglese di San Michele, una ley-line segnata da chiese collegate alla figura dell'Arcangelo Michele e da altri segnaposti naturali o meno, nel tratto che unisce la città di Royston a Bury St. Edmunds.



Chiesa di San Giovanni Battista a Ceccano

Graffito nella Chiesa di San Giovanni Battista a Ceccano (FR)



Un altro esemplare, di esecuzione perfetta, si trova graffito su un affresco medievale che raffigura l'Incoronazione della Vergine Maria, nel vano che fa da anticamera alla sagrestia della Chiesa di San Giovanni Battista, a Ceccano (FR). Il nodo, che mi è stata segnalato dal ricercatore di origini ceccanesi Mario Tiberia, acquista una sua valenza particolare nel contesto ceccanese, un paese che visto l'evidente substrato simbolico che abbiamo avuto modo di sottolineare in un articolo dedicato, fu certamente ricettacolo di persone dalla spiccata sapienza.



Chiesa di San Nicola a Castro dei Volsci

Uno dei Nodi a 5 anelli graffiti nella Chiesa di San Nicola a Castro dei Volsci (FR)



In un'altra Chiesa dedicata a San Nicola, questa volta a Castro dei Volsci (FR), si riscontrano numerosi graffiti dello stesso nodo, sempre a cinque anelli, negli affreschi medievali che ricoprono le pareti dell'edificio. Anche in questo edificio sono stati trovati molti altri simboli di sapienza, tra cui alcune Triplici Cinte, diverse croci patenti sia negli affreschi, sia sugli stipiti e su una delle acquasantiere. Se non è possibile attestare storicamente l'appartenenza ai Templari in questa chiesa, è quantomeno plausibile ipotizzarne la presenza.



Sala Apollo, Castel Sant'Angelo

Nodo a 5 anelli trovato graffito nell'intonaco della Sala Apollo, Castel Sant'Angelo, Roma



Un altro favoloso Nodo a cinque anelli, stavolta sicuramente non medievale, si trova graffito sull'intonaco decorato della Sala Apollo all'interno di Castel Sant'Angelo, a Roma. Si tratta dell'antico mausoleo di Adriano (125 d.C.), noto seguace dei culti solari ed in particolare del culto di Mitra, concepito idealmente come un tempio dedicato al Sol Invictus. Nell'anno 590, durante una pestilenza, fu organizzata per scongiurarla una processione penitenziale guidata da papa Gregorio I. Quando passò accanto alla Mole Adriana, il papa ebbe la visione dell'Arcangelo Michele che rinfoderava la sua spada. La visione fu interpretata come un segno di concessione e la pestilenza, di fatto, terminò. Da quel momento la Mole prese il nome che ha tuttora. Di fatto, l'attributo di un'apparizione di San Michele Arcangelo accomuna questo monumento a quelli che si trovano allineati lungo la Linea di San Michele. Tornando al Nodo di Salomone, esso si trova graffito in una zona non dipinta, come a voler rispettare le decorazioni pittoriche tutto intorno. La Sala Apollo venne realizzata al tempo di papa Paolo III Farnese (1534-1549) e completata nel 1547, quindi il Nodo venne realizzato sicuramente dopo o durante quest'anno. Paolo III fu anche il papa che, giusto un anno prima della fine dei lavori nella Sala Apollo, fece ricavare all'interno di Castel Sant'Angelo un appartamento per sé, e nella sala privata della sua biblioteca fece realizzare un labirinto. Non ci vuole molto per rendersi conto, studiando la pianta del castello, di come questa saletta circolare si trovi proprio al centro della struttura, linearmente al di sopra dell'antica camera di sepoltura di Adriano ed immediatamente al di sotto del punto esatto in cui l'Arcangelo Michele sarebbe apparso, imprimendo le impronte dei propri piedi in una lastra di pietra oggi conservata presso i Musei Capitolini. Dunque papa Paolo III era un pontefice illuminato, che ben conosceva la valenza tellurica dei simboli, e non è da escludere che il Nodo di Salomone sia stato eseguito se non per sua volontà comunque col suo beneplacito, trovandosi in una sala di rappresentanza dove egli si trovava frequentemente a sostare.


Questi quattro esempi sono stati censiti e documentati da me personalmente, ma l'elenco, per quanto ristretto, non è certo esaustivo: basti sfogliare, per rendersene conto, l'eloquente saggio di Laura Fratti, Umberto Sansoni, e Riccardo Scotti, "IL NODO DI SALOMONE: Un simbolo nei millenni" (Ed. Ananke, Torino, 2010) per trovare menzione e persino immagini di altri nodi con cinque anelli. Sono le caratteristiche straordinarie che accomunano i luoghi in cui esso è presente che lo rendono un simbolo piuttosto interessante, quasi fosse un "indicatore di sacralità" che in forma del tutto grafica potesse segnalare all'osservatore accorto quanto fosse considerato speciale il luogo in cui si stava entrando…