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I mitrei di Ostia Antica


Il Mitreo Fagan



Il mitreo Fagan (regio I) è così chiamato perché venne scavato dal pittore irlandese Robert Fagan tra il 1794 e il 1802. Oggi non è più accessibile, ma originariamente doveva trovarsi da qualche parte tra il Palazzo Imperiale e la bocca del Tevere.


Due importanti ritrovamenti vennero effettuati all'interno di questo mitreo. Il primo di essi è un gruppo marmoreo raffigurante l'uccisione del toro da parte di Mitra (la "tauroctonia"), che attualmente è conservato all'interno dei Musei Vaticani. Alla base della statua vi è un'iscrizione, che riporta la dedicazione di un certo Caio Valerio Ercole al "dio imperscrutabile": «SIG(num) INDEPREHENSIVILIS DEI C(aius) VALERIVS HERACLES SACERDOS S(ua) P(ecunia) P(osuit) L(ucius) SEXTIVS KARVS ET». L'ultima parte dell'iscrizione, con il nome di Lucio Sestio Caro, è un'aggiunta successiva.



Il Leontocefalo



La seconda statua trovata al suo interno è ben più curiosa, e si trova esposta all'ingresso della Biblioteca Vaticana. Rappresenta un uomo nudo con la testa di leone ed avvolto dalle spire di un serpente. Nelle sue mani tiene una chiave con dodici fori ed uno scettro. Alle sue spalle sono due coppie di ali, che riportano ciascuna i simboli di una stagione. La statua ha conservato tratti di una pittura originale di colore rosso che lo ricopriva interamente. Questa figura, chiamata genericamente Leontocefalo (cioè un essere con la testa di leone) è ritenuta essere una rappresentazione del tempo.


La figura è affiancata da una lapide nella quale si trova le seguente iscrizione, che attesta il grado di "Pater" del già citato Valerio Ercole, e riporta la dedicazione del tempio, da parte sua e di altri due sacerdoti, che pagarono le spese di realizzazione, alle idi di Agosto (cioè il 13 Agosto) del 190 d.C.:



C(aius) VALERI
VS HERACLES PAT(er)
ET C(aii) VALERII
VITALIS ET NICO
MES SACERDO
TES S(ua) P(e)C(unia) P(o)S(ue)R(unt)
D(e)D(icatum) IDI(bus) AVG(ustis) IMP(eratore)
COM(modo)
VI ET
SEPTI
MIANO
CO(n)S(ulibus)



Interessante, in questa raffigurazione, è il complesso simbolismo esoterico che essa rappresenta. Il serpente, innanzitutto, è un simbolo fondamentale. Esso avvolge l'uomo in sei spire, e la sua testa è vicina a quella dell'uomo, in forma di leone. Impossibile non fare il collegamento con i centri energetici dei chakra, l'energia del Kundalini (il serpente cosmico) che fluisce attraverso di essi risalendo dal più basso al più alto fino all'ultimo chakra che ha sede al centro della testa, nella ghiandola pineale, laddove si aprirà il cosiddetto "Terzo Occhio", quello del risveglio iniziatico. Il simbolo è in stretta analogia con il caduceo di Mercurio (si veda quanto detto, in proposito, nella pagina dedicata al simbolismo dell'Uovo) e tutta questa simbologia è rappresentata nella lapide a lato della figura, sotto l'iscrizione, dove si vedono il caduceo, un gallo (simbolo del risveglio iniziatico) ed una pigna (la "ghiandola pineale", il Terzo Occhio, la Conoscenza Iniziatica).





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