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Chiesa di San Nicola


Castro dei Volsci (FR)



Chiesa di San Nicola



Cenni storici


La chiesa parrocchiale di San Nicola, che sorge ai piedi del paese di Castro dei Volsci, fu uno dei primi monasteri benedettini che furono fondati dopo l'Abbazia di Montecassino. Il nucleo originario, infatti, risale alla stessa epoca di fondazione dell'abbazia cassinese, il VI sec. La dedicazione a San Nicola ha un nesso importante con la sua collocazione, fuori dal centro abitato ma a ridosso delle sue mura difensive, in particolare ad una delle vie d'accesso principali chiamata la "Portella". La Portella era adiacente ad un'altra delle porte principali del paese, la "Porta di Ferro", conosciuta anche come "Porta di Santo Stefano", oggi non più esistente in quanto abbattuta insieme alle altre, la Porta della Fontana e la Porta dell'Ulivo.


Nicola, il santo patrono della città di Bari, era nato a Patara, nell'antica Licia (oggi facente parte dell'attuale Turchia), e divenne vescovo della città di Myra, dove venne sepolto. Secondo la tradizione, nel 1087 un commando di cavalieri si recò nella città turca dove erano conservate le sue spoglie, e le trafugarono, portandole con loro a Bari, per contribuire alla causa dell'erigenda chiesa, che sarebbe poi diventata il trampolino di lancio ed il punto di partenza per le successive spedizioni cristiane per la liberazione del Santo Sepolcro di Gerusalemme: le Crociate. San Nicola, da allora, è stato ampiamente venerato; protettore dei bambini e dei marinai, ha assunto nel tempo anche la nomea di custode delle porte della città, ed è per questo che molto spesso le chiese a lui dedicate sorgono proprio a ridosso delle mura, fuori dal centro abitato.


Qualche secolo più tardi dopo la sua costruzione, alla piccola chiese venne affiancato un modesto monastero, affidato ai monaci Benedettini di Norcia. Da una bolla pontificia emanata da papa Onorio III, sappiamo poi che la chiesa di San Nicola venne affidata ai Frati Minori Conventuali, che l'ampliarono e la restaurarono così come oggi la vediamo. A questo periodo risale il ciclo di affreschi interni, di scuola laziale, ispirati a temi del Vecchio e del Nuovo Testamento, di cui ancora oggi rimangono ampie tracce. La chiesa venne definitivamente affidata ai Francescani dal vescovo Lombardi.



Le Triplici Cinte


Sulla soglia dell'ingresso principale, poco decentrata verso il lato destro, si trova l'incisione di una Triplice Cinta, di dimensioni assai modeste (circa 15 cm), e con un marcato foro centrale. Un altro graffito si trova sul gradino di mezzo di una scalinata laterale, che conduce ad un locale adiacente la chiesa. Questo graffito mostrato nell'immagine sottostante, appare già labile nella foto risalente all'epoca della nostra prima visita (Aprile 2004). A poco più di dieci anni di distanza, la Triplice Cinta è ormai poco più che labile, e l'abbiamo ritrovata solo perché sapevamo che fosse lì, altrimenti sfuggirebbe ormai all'osservazione. Anche la piccola croce patente, con uno dei lati più lunghi degli altri tre, come fosse un piccolo pugnale, è ormai sparito nell'usura dei gradini, e ci rimane a testimonianza solo questa foto, scattata sempre ad Aprile 2004.



Triplice Cinta davanti l'ingresso

Triplice Cinta sulla scalinata laterale

Croce patente sulla scalinata laterale

Triplice Cinta davanti l'ingresso

Triplice Cinta sulla scalinata laterale

Croce patente sulla scalinata laterale





Le Triplici Cinte di Castro dei Volsci


I luoghi del Lazio